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Agosto
27
2008

NO in campeggio! Da Aprilia a Venaus

Scritto da TerritoRioT

L’esperienza del campeggio di lotta è di per se un assaggio di vita conviviale in cui la condivisione diviene confronto aperto, scambio di idee e ricerca di sinergie.
Con tale spirito è stato vissuto il campeggio organizzato a metà luglio da tre movimenti laziali, il No turbogas di Aprilia, il No fly di Ciampino e il No inc di Albano, nell’area del presidio permanente contro la centrale Turbogas di Aprilia.

È stato prima di tutto un momento per stringere ancor di più i legami fra queste tre lotte. Così gli abitanti di Aprilia, numerosissimi il giorno dell’assemblea sulla Turbogas, hanno potuto ascoltare e capire meglio anche le ragioni del no all’inceneritore gridato dai vicini di Albano, a partire dalle nocività che sono peggiori di quelle di una centrale, e al pari comprendere i disagi e i rischi che l’aumento sconsiderato di voli low cost nello scalo di Ciampino causa per la popolazione residente. Un’occasione importante per serrare le fila in vista dell’autunno che si presenta cruciale. Tanto l’approvazione del piano regionale rifiuti del Lazio, che conferma la scelta pro-inceneritori, quanto la sentenza del Consiglio di Stato, legittimazione del progetto turbogas in barba al precedente  pronunciamento del Tar, disegnano infatti un quadro in cui non c’è più spazio per la lotta legale o le mediazioni politiche e tutto dipende dalla capacità di mobilitazione che le popolazioni sapranno mettere in campo.

Ma il campeggio ha consentito l’incontro con realtà diverse, tanto quelle della Capitale quanto quelle di altre regioni, del nord come del sud della penisola. Uno dei temi più ricorrenti nelle assemblee riguardava il rapporto tra area metropolitana e, diciamo così, periferie, ovvero come far incontrare e collaborare le realtà di lotta che agiscono in contesti diversi ma strettamente collegati. Così i low cost servono all’industria turistica di Roma Capitale, ma nessun beneficio economico ricade nelle zone più vicine all’aeroporto di Ciampino. Come pure i vari inceneritori vengono prima di tutto incontro sia alla marea di rifiuti prodotti da Roma sia ai faccendieri capitolini che li costruiscono. Per non parlare poi delle centrali elettriche volte a saziare la fame di elettricità della metropoli. A fronte di ciò, gli impianti delle periferie restituiranno al centro della capitale il conto in termini di polveri e nocività varie, per cui s’impone una sensibilizzazione degli abitanti di Roma nella lotta contro questi mostri che avveleneranno anche loro.

Si potrebbe andare avanti ancora a lungo, e accorgersi che tali situazioni sono comuni non solo tra Roma e il suo interland ma, in maniera ancor più evidente, tra il centro economico e commerciale del paese e la sua periferia: la Puglia, la Campania, la Calabria e la Sicilia.

La stessa esigenza di confronto e coordinamento, che è poi nello spirito del Patto nazionale di solidarietà e mutuo soccorso, ha animato il campeggio no Tav di Venaus, in Val di Susa, giunto alla sua IX edizione. L’appuntamento ha raccolto un’ampia varietà di presenze, dal Veneto alla Sicilia. In particolare, l’ultimo incontro-dibattito ha visto confrontarsi i no Tav coi no Dal Molin di Vicenza e i comitati campani in lotta contro discariche e inceneritori. In quest’ambito si è rilanciata la necessità di una rete a maglie sempre più strette, dove ogni realtà ponga sul tappeto esperienze di lotta e informazioni sulla trama degli interessi che si celano dietro questi progetti. In tal senso è emersa la proposta di campagne che facciano convergere le lotte in iniziative coordinate verso controparti comuni, come per esempio la CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti) di Ravenna, presente tanto nei lavori della Tav quanto in quelli della base di Vicenza (per non parlare del ponte sullo stretto, ecc..).

Un percorso unitario tanto più necessario ora che il governo, col pieno consenso dell’opposizione, è più che mai determinato a imporre con la forza i propri progetti e sarà pertanto necessaria una maggiore determinazione delle popolazioni in lotta. Un primo momento di verifica in tal senso sarà la manifestazione nazionale del 27 settembre a Chiaiano, dove una discarica illegale viene oggi imposta con l’esercito, in cui la popolazione locale chiama tutti a sfidare la militarizzazione del territorio che sempre più colpirà anche le altre realtà.

I “NO” in campeggio quindi per creare una rete di contatti che possa mettere a valore comune le esperienze positive, ma anche gli eventuali insuccessi, un sistema di solidarietà nella lotta opposto ad un sistema che guardi al genere umano e al suo territorio come materia prima da consumare per produrre profitto.