Questo sito web utilizza i cookies per gestire l'autenticazione, la navigazione, e altre funzioni, utilizzandolo tu accetti l'uso dei cookies sul tuo dispositivo.

View e-Privacy Directive Documents

Hai disabilitato i cookies. Questa decisione può essere modificata.

Hai acconsentito all'utilizzo dei cookies sul tuo dispositivo. Questa decisione può essere modificata.

Ottobre
20
2014

Venerdì 24 ottobre tutte/i a Messina!

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

Contro le politiche sul lavoro del Governo Renzi
Contro i tagli sul trasporto marittimo e per una reale continuità territoriale tra Calabria e Sicilia

Il 24 ottobre diverse sigle del sindacalismo di base hanno proclamato una giornata di sciopero generale. Le ragioni sono tante, a partire naturalmente dal violento attacco sferrato al mondo del lavoro e da quel Jobs Act che cancella diritti conquistati in decenni di lotte. L’identikit, ormai chiaramente svelato a tutti, del lavoratore “funzionale all’uscita della crisi” è quella di un soggetto sempre più isolato, senza tutele, piegato alla volontà padronale e precario.

La riforma del lavoro, insieme al rilancio delle privatizzazioni dei servizi pubblici, alla riforma della scuola, alla modifica del Titolo V della Costituzione, spacciate come soluzioni innovative e liberali, rappresentano una involuzione in chiave autoritaria, alla quale è necessario dare una risposta che, da una parte, non lasci ambiguità di sorta rispetto alla indisponibilità ad accettare i diktat del mercato e del grande capitale finanziario, e dall’altra provi a superare la schiacciante frammentazione sociale, sempre più alimentata dal protrarsi della crisi.

Venerdì 24 ottobre quindi tante piazze italiane si mobiliteranno per questo sciopero generale. Tra queste, riveste particolare importanza per noi, abitanti dello Stretto, quella di Messina dove, alla chiamata nazionale, si aggiungono le 24 ore di sciopero proclamate dall’OrSA Sicilia a seguito della riduzione delle corse del vettore pubblico tra Villa San Giovanni e Messina Marittima, e il ventilato rischio di licenziamenti per i lavoratori della Bluferries.

In seguito al divieto da parte dell’amministrazione comunale di Messina del passaggio dei Tir dal centro cittadino, la Bluferries ha deciso di sospendere il servizio adducendo motivi di insostenibilità economica. Questa decisione, oltre a rappresentare appunto il rischio di un abbassamento dei livelli occupazionali nel settore pubblico, ha prodotto un peggioramento dei collegamenti fra Calabria e Sicilia ormai monopolizzati dalla Caronte-Tourist e dalla famiglia Franza.

La situazione che stiamo vivendo oggi è frutto della scelta scellerata di dirottare gli investimenti per il collegamento delle due sponde nella follia del Ponte, mai ragionando su come poter ridurre la congestione del traffico sullo Stretto ma anzi favorendola per l’esclusivo interesse dei privati del settore. E l’ennesima dimostrazione dello scarso interesse dei tavoli romani sta nella recente decisione della Ragioneria di Stato di bocciare l’emendamento che prevedeva il finanziamento triennale di Metromare.

Messina, Reggio e Villa sono interdipendenti, e senza un collegamento, stabile e funzionale, l’area dello Stretto rimarrà senza prospettiva alcuna. E questa problematica non può essere affrontata esclusivamente in maniera ragionieristica, mettendo avanti le esigenze di bilancio, perché in gioco non ci sono solo dei posti di lavoro, seppure aspetto importante, ma appunto il futuro dell’area dello Stretto e la salute dei suoi abitanti. La problematica del passaggio dei Tir infatti non è cosa di poco conto, e lo sappiamo bene dalla sponda villese, dove già da tempo diversi medici di base hanno denunciato un deciso innalzamento delle patologie tumorali dovuto proprio all’inquinamento prodotto dal traffico di mezzi pesanti.

La mobilità pendolare e la movimentazione delle merci, se affrontate come opportunità di rilancio e recupero di zone “depresse”, potrebbero rappresentare i pilastri principali su cui costruire un futuro diverso e sostenibile per questa area. Questo significa però non guardare solo al nodo Villa-Messina, ma puntare a una reimpostazione dell’intera rete infrastrutturale, in cui sembra mancare nettamente una logica di insieme, un’idea di trasporto integrato che possa superare le difficoltà odierne. O forse l’idea c’è, ma costerebbe troppo, troppo di meno rispetto alle megatruffe come il Ponte e la Tav.

Venerdì 24 ottobre saremo in piazza a Messina, per dire No alle politiche di Renzi e alla progressiva restrizione dei diritti in ogni campo, a partire da quello del lavoro, ma saremo a Messina anche come abitanti dello Stretto per dire che non possiamo barattare il sacrosanto diritto alla mobilità con la salute e il futuro del nostro territorio.

c.s.c. Nuvola Rossa
c.s.o.a. Angelina Cartella
Collettivo UniRC - AteneinRivolta