Questo sito web utilizza i cookies per gestire l'autenticazione, la navigazione, e altre funzioni, utilizzandolo tu accetti l'uso dei cookies sul tuo dispositivo.

View e-Privacy Directive Documents

Hai disabilitato i cookies. Questa decisione può essere modificata.

Hai acconsentito all'utilizzo dei cookies sul tuo dispositivo. Questa decisione può essere modificata.

Maggio
22
2003

Sciopero generale!

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

Lo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil della provincia di Reggio Calabria vedrà in piazza accanto agli operai di ieri anche gli operai di oggi. Giovani senza contratto, in nero, part-time, co.co.co, flessibili, intermittenti, in affitto, operai sociali senza reddito, bianchi, neri, gialli, privati della cittadinanza e dei diritti fondamentali (casa, trasporti, salute, istruzione) perché senza lavoro salariato.

Gli effetti nefasti della globalizzazione neoliberista li abbiamo sotto casa: basti pensare alla Fiat che chiude gli stabilimenti, manda a casa migliaia di operai, per poi riaprire da un’altra parte – sud del mondo - sfruttando un minore costo del lavoro.

La politica latita: l’intervento pubblico finora, è stato solo buono a riempire le tasche dei padroni, senza vincolare le scelte aziendali e illudendo gli operai.

I sindacati devono fare un salto decisivo!

Basta svendere i diritti dei lavoratori!

Basta difendere lavori maledetti, che producono inquinamento e morte!

Bisogna lottare per contrastare i progetti del governo sul nostro martoriato sud: cacciamo dalla nostra terra le sanguisughe, che succhiano ricchezza e restituiscono povertà. Opponiamoci alla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina: brutto, pericoloso, l’ennesimo imbroglio per le popolazioni calabresi e siciliane.

Bisogna scrivere un nuovo statuto dei lavori, che comprenda lavoro minimo necessario e diritto al reddito per tutti. Un reddito consentirebbe di vivere dignitosamente quando si rimane senza lavoro.

Bisogna lottare per la difesa e l’estensione dei diritti acquisiti con anni di battaglie, a partire dal referendum sull’articolo 18, per il quale invitiamo ad esprimere un netto SI.