Questo sito web utilizza i cookies per gestire l'autenticazione, la navigazione, e altre funzioni, utilizzandolo tu accetti l'uso dei cookies sul tuo dispositivo.

View e-Privacy Directive Documents

Hai disabilitato i cookies. Questa decisione può essere modificata.

Hai acconsentito all'utilizzo dei cookies sul tuo dispositivo. Questa decisione può essere modificata.

Aprile
27
2005

SUDMAYDAY '005

Scritto da Super User

SUDMAYDAY '005 A PALERMO
1 maggio
street parade ore 17:00
piazza politeama

Ai precari e alle precarie dei call-center e delle catene commerciali, ai disoccupat@, ai ricercatori ed alle ricercatrici. Ai lavoratori intermittenti e atipici coordinati, continuati od occasionali della Sicilia e del meridione. Ai tecnici, alle addette della ristorazione e del catering, ai magazzinieri, agli autoferrotranvieri ,ai migranti, agli uscieri, alle stagiste e alle mille figure con cui il popolo precario viene apostrofato dalla legge 30 Biagi

EMERGENZA PRECARIETA: MAYDAY...MAYDAY!

Ci hanno chiesto di abituarci alla precarietà, alla flessibilità, all’incertezza, al ricatto e al silenzio per coprire un era in cui impera il profitto per le imprese e la negazione dei diritti sociali e sindacali L’era della direttiva Bolkestein e della completa distruzione anche degli ultimi residui di diritti e tutele nel lavoro, e delle privatizzazioni selvagge dei servizi, perché, in stretto collegamento con le posizioni assunte all’interno dell’Accordo Generale sul Commercio dei Servizi (GATS) in sede WTO, rafforza le politiche liberiste dell’Unione Europea tanto verso il mercato interno quanto nel commercio internazionale.

Ma l’eccezionale gravità della Direttiva Bolkestein risiede nell’assunzione del “principio del Paese d’origine”, che stabilisce come un prestatore di servizi sia esclusivamente sottoposto alla legge del paese dove ha sede legale e non più alla legge del paese dove fornisce il servizio.

Ci hanno abituato a fare lavori inutili, sporadici, con salari bassissimi spesso con la complicità dei sindacati confederali. Siamo i lavoratori part-time che sono costretti a fare due o tre lavori per arrivare al salario che ci consente di sopravvivere, pagare l’affitto della casa, le bollette, la retta dell’università, trasporti e qualche volta (sempre meno spesso), i divertimenti , i saperi , la tecnologia e la socialità.

Le nostre vite, le nostre intelligenze e le nostre emozioni vengono saccheggiate e sfruttate e ci viene imposto di sostituirle con paura, diffidenza, egoismo, come condizioni necessarie perché competizione, individualismo e logica del ricatto diventino il motore delle nostre azioni e la base del loro controllo.

Ogni aspetto della nostra esistenza di precari, di intermittenti, di giovani, di vecchi, di cognitari o di lavoratori cosiddetti garantiti viene sottoposto a continui ricatti, aggressioni, negazioni: dalle condizioni abitative e ambientali al reddito eroso dalla morsa del caro-vita e del lavoro sempre più intermittente e meno tutelato; dal taglio delle pensioni all'impossibilità di accedere a servizi pubblici sempre più smantellati e privatizzati; dalla precarizzazione dell'accesso ai saperi e alla formazione fino alla precarietà più assoluta della vita in un epoca di guerra globale permanente.

Non pensiamo al futuro se non con angoscia grazie alle politiche di guerra e terrore che l’amministrazione americana Bush , il governo Berlusconi e l’Europa dei potenti sta portando avanti in tutto il pianeta. Dall’Iraq alla Palestina, dall’Afghanistan ai Balcani , le guerre di tutti i colori, di destra e di sinistra, stanno causando migliaia di vittime fra le popolazioni e contribuiscono a creare quel clima di precarizzazione generale che rende il futuro agli occhi di noi tutti sempre più nero.

Siamo PRECARI per il reddito, perché siamo costretti al ricatto fra lavoro precario o lavoro nero , che consente ai padroni renderci flessibili rispetto alle loro esigenze ed ai loro profitti. Costretti al contorsionismo fra 40 tipologie di lavoro (legge Biagi), senza diritti né tutele sociali e sindacali.

PRECARI Per la casa, perché aumentano vertiginosamente gli affitti mentre diminuiscono i salari, perché le politiche abitative del governo Berlusconi consistono nello svendere il patrimonio pubblico ai privati, nel dare il via libera a migliaia di sfratti; alle privatizzazioni, agli sgomberi come unica risposta ai bisogni sociali.

PRECARI per la nostra condizione di studenti universitari, che delle modalità e dei contenuti dei loro percorsi formativi non decidono assolutamente nulla. Grazie a Zecchino & Moratti. Le scelte didattiche sono imposte dall'alto, i "baroni" concordano i programmi con le imprese disposte ad offrire di più nei singoli atenei di riferimento.

Spesso, già dentro, le facoltà si organizzano in forma di master & affini, cosicché le aziende sfruttano il lavoro a costo zero degli studenti.

Il tutto al ritmo disumano ed alienante dettato dalle decine di "prove in itinere" e dalle centinaia di ore di lezione e/o laboratorio di fatto obbligatorie.

PRECARIA è ormai la stessa permanenza di intere fasce sociali dentro le università (studenti lavoratori, fuorisede, ragazze madri ecc...) messa in dubbio dall'aumento indiscriminato delle tasse e dal taglio dei servizi e dal sistema dei "numeri chiusi". Per di più il sistema di finanziamento agli atenei, basandosi sul gioco studenti in corso – un finanziamento,e fuori corso – zero finanziamenti ricatta la facoltà costringendola ad eliminare le fasce di studenti più disagiate mettendole nella condizione di dover abbandonare gli studi.

L’università diviene, quindi, un grande business il cui unico fine è far quadrare i conti a fine anno, non tenendo conto di chi l’università la vive realmente.

Tra tutti i soggetti precari, I MIGRANTI sono tra i più sfruttati e deprivati dei fondamentali diritti: anche chi è riuscito a regolarizzarsi non sfugge ad una situazione costante, di discriminazione e di abuso. Anche per di ricatto ottenere il semplice permesso di soggiorno i lavoratori migranti sono costretti ad umilianti attese davanti le questure, che molto spesso culminano in soprusi e dinieghi per non parlare di chi non si e’ riuscito a "regolarizzare" e vive nel costante ricatto fra lavoro nero e centri di permanenza temporanea. Vogliamo l'abrogazione delle leggi xenofobe, la chiusura dei CPT (Centri di Permanenza Temporanea, altrimenti noti come lager per migranti) e la fine immediata delle deportazioni. Vogliamo diritti di cittadinanza e libertà di movimento e circolazione per tutti i migranti e le migranti.

Vogliamo una battaglia senza quartiere dentro e contro le condizioni di lavoro, per affermare bisogni, diritti e libertà: ferie, malattia e maternità pagate per tutti; contributi sociali garantiti; reddito garantito europeo e continuità di reddito; limitazione del lavoro notturno e festivo; fine delle discriminazioni fra lavoratori a tempo determinato ed indeterminato; diritti di autorganizzazione sindacale per i lavoratori temporanei e flessibili; accesso libero e sovvenzionato a educazione, casa, sanità, trasporti, mezzi di comunicazione e formazione.

Vogliamo sicurezza e universalità di reddito come requisito fondamentale per la gestione libera e autodeterminata delle nostre vite, contro la logica dei sussidi di povertà, degli ammortizzatori sociali, dei contentini e dell'assistenzialismo.

Contro l'assurdo ricatto del lavoro in cambio dei nostri territori: basta con i miraggi di grandi e piccole opere inutili quanto dannose, in primis il ponte sullo Stretto.

Non vogliamo più aspettare l'accesso a diritti e reddito, perché la nostra vita é qui ed ora, e non può attendere.

Ci riapproprieremo di ciò che è nostro per la nostra stessa condizione di esseri umani: occuperemo case e spazi sociali; faremo autoriduzioni e nuove forme di contrattazione sociale contro il caro-vita; garantiremo la libera circolazione delle persone; chiuderemo le discariche che distruggono il territorio, gli inceneritori e le fabbriche di morte.

STOP GUERRE
STOP PRECARIETA’
DIRITTI-REDDITO-DIGNITA’