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Gennaio
07
2010

Saline Joniche: si torna a parlare di centrale a carbone

Scritto da TerritoRioT

Affidato alla Befana il carbone per la centrale da 1320 megawatt di Saline Joniche (RC)

Dopo l’incontro poco pubblicizzato della Commissione per la Valutazione di Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente, tenutasi il 18 dicembre scorso a Roma mentre a Copenhagen si parlava di riduzione delle emissioni di gas serra, il coordinamento No al Carbone ha organizzato un’assemblea pubblica alla vigilia dell’epifania e a poche settimane (il 20 gennaio) dalla prossima seduta della Commissione.

All’ordine del giorno della riunione nazionale del Ministero, riaprire le procedure per la realizzazione di un progetto dichiarato assolutamente inutile dalle istituzioni locali, dalle associazioni ambientaliste, dai partiti, movimenti, realtà territoriali tutte, avviando l’Autorizzazione Ambientale Integrata.

«Che non è la VIA, ovvero la Valutazione di Impatto Ambientale – ha spiegato Federico Curatola del coordinamento No al Carbone – necessaria alla SEI S.p.A per poter iniziare i lavori nell’area dell’ex Liquichimica acquistata nel 2006». Da allora gli Enti Locali hanno espresso e ribadito la loro contrarietà alla realizzazione della centrale: oltre ad un piano regionale per le energie che esclude l’utilizzo di carbone, la Provincia si è opposta ad ogni impianto di produzione energetica attraverso la combustione, e l’ex sindaco di Montebello Jonico, Loris Maria Nisi, continua a contribuire alla battaglia intervenendo all’incontro sottolineando come «si è tutti chiamati a dire nuovamente no ad un progetto che la Calabria non vuole».

Assente invece l’attuale sindaco, così come l’Assessore Regionale all’Ambiente Silvio Greco, che in un messaggio ha confermato che la Regione punterà i piedi «E non sarà facile scalzarla in questo che ormai ha assunto i toni di un vero e proprio conflitto per competenza territoriale con il Governo centrale». Presenti invece l’assessore all’Urbanistica della Regione Calabria Michelangelo Tripodi, il presidente della Commissione regionale antimafia Nino De Gaetano, il consigliere provinciale Omar Minniti e Pino Bova dell’UDC, che asseriscono quanto sia importante non fare neanche un passo indietro.

Il coordinamento No al Carbone infatti vuole andare avanti: a livello giuridico, appellandosi al Tar e alla Corte Europea, e a livello informativo, sensibilizzando e mettendo i cittadini a conoscenza dei rischi e dei danni causati dall’impianto. «Il carbone pulito non esiste – ha spiegato Nuccio Barillà di Legambiente – visto che ad oggi non c’è possibilità di evitare l’emissione di l’anidride carbonica: le tecnologie di recupero promosse dai realizzatori della centrale sono ancora sperimentali e non saranno disponibili prima del 2020, in Italia solo nel 2025 e solo per alcuni impianti».

L’assemblea pubblica si è conclusa con le proposte di incontrare il sindaco di Montebello affinché convochi una conferenza dei sindaci dell’area grecanica, e di lanciare una manifestazione a febbraio, in occasione dell’anniversario del Protocollo di Kyoto.