Questo sito web utilizza i cookies per gestire l'autenticazione, la navigazione, e altre funzioni, utilizzandolo tu accetti l'uso dei cookies sul tuo dispositivo.

View e-Privacy Directive Documents

Hai disabilitato i cookies. Questa decisione può essere modificata.

Hai acconsentito all'utilizzo dei cookies sul tuo dispositivo. Questa decisione può essere modificata.

Settembre
11
2003

Sull'azione dei disobbedienti al monumento ai caduti della Rivolta

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

QUANTO CLAMORE PER UNA BUSTA DI PLASTICA!

L’azione che ha visto protagonisti un gruppo di Giovani Comunisti, sorpresi nel tentativo di coprire con un telone di plastica il monumento ai caduti della Rivolta, e le dure reazioni che tale gesto ha provocato, ci costringono ad alcune considerazioni.

Siamo certi, innanzitutto, che con tale atto le compagne e i compagni non volessero in alcun modo offendere la memoria di chi nei moti di Reggio ha perso la vita né tanto meno chi, spinto non da pulsioni ideologiche ma dalla necessità di ribellarsi a scelte sempre più penalizzanti per la nostra città, ha visto in quella lotta occasione di riscatto per il popolo reggino.

I moti di Reggio sono stati un momento alto e di dignità di tutto il popolo e non solo di una parte di esso, chi ha vissuto quegli anni conosce anche i tentativi di strumentalizzazione politica e ideologica di quella lotta e i buchi neri che la riguardano.

L’idea stessa da parte della precedente giunta di centrosinistra di realizzare un monumento che ricordasse quegli anni ha rappresentato un gesto chiaro di riconoscimento della sua valenza collettiva.

Riteniamo che l’azione simbolica compiuta da parte dei Giovani Comunisti intendesse sottolineare questo tentativo speculativo di riappropriarsi di quella che è stata una lotta di tutti.

A fronte di una città imbrattata con scritte inneggianti al fascismo, nella quale si ripetono gli attentati alle realtà di sinistra, che non ha ancora visto risolto nessuno dei suoi problemi storici, ci chiediamo come mai tanta violenza verbale nel raccontare in maniera esasperata e falsa questo gesto.

Non è per caso che si stia tentando di chiudere gli ultimi spazi di dissenso e di agibilità democratica in questa città?