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Gennaio
11
2008

E' attivo il fondo di solidarietà  per Euroconfezioni

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

E' attivo il fondo di solidarietà per Euroconfezioni!!

Banca Popolare di Lodi
cod. iban:  it 92 h 05164 16300 000000000044
Intestato a Euroconfezioni Società Cooperativa

La EUROCONFEZIONI è stata costituita nel 1998 sotto forma di piccola cooperativa, a seguito del raggruppamento di altre due piccole aziende artigiane operanti nel settore tessile dal 1990.

Questa scelta si è rilevata sin da subito una scelta positiva, poiché metteva insieme esperienze lavorative diverse, ma che insieme diventavano punto di forza della cooperativa.

Tutto ciò ha permesso alla cooperativa di entrare a far parte del Consorzio "Italfashion" con sede legale a Gioiosa Jonica (RC). Il Consorzio era composto da circa 35 imprese tessili della provincia di Reggio Calabria con circa 500-600 lavoratori. È stata un'esperienza innovativa per questo territorio, in cui da sempre ognuno ha pensato solo a coltivare i propri interessi. L'"anima" del Consorzio è stato Natale Bianchi, che ha consentito con la sua umanità e, talvolta anche con la sua coraggiosa incoscienza, di superare ostacoli che sembravano insormontabili. La forma consortile ha garantito un travaso costante di competenze ed esperienze tra un'impresa e l'altra e forme di reciprocità e solidarietà che hanno consentito anche ad aziende temporaneamente in crisi di sopravvivere e di garantire l'occupazione.

Durante questa fase, l'Euroconfezioni ha acquisito commesse di lavoro da grossi gruppi del tessile, come: Benetton, Robe di Kappa, Fred Perry, Calzedonia, occupando per circa 4 anni 25 unità lavorative tra soci e dipendenti con contratti di lavoro a tempo indeterminato, contributi regolarmente versati e salari sindacali.

Ma con l'arrivo della prima crisi del tessile nel 2003, la cooperativa si è vista crollare addosso tutto quello che aveva costruito, in quanto le aziende da cui riceveva le commesse di lavoro hanno scelto di esternalizzare la produzione, mettendo in ginocchio da un giorno all'altro la Euroconfezioni e le altre aziende consorziate, comportando anche lo scioglimento del Consorzio e la disoccupazione per la quasi totalità dei lavoratori.

La Euroconfezioni ha resistito con immense difficoltà, ma per sopravvivere, a suo malincuore e con grande dispiacere, ha dovuto licenziare l'80% delle lavoratrici, infrangendo il sogno di tante donne che con quel lavoro stavano costruendosi il futuro personale e professionale.

A questo punto c'era da prendere una decisione forte, o chiudere, o andare avanti con tutte le conseguenze del caso, a partire dalla grave situazione finanziaria. Ha prevalso quest'ultima decisione, ed è con grande coraggio e dignità che si è deciso di affrontare tutti i problemi e di ripartire, scegliendo di lavorare in conto proprio e con proprio marchio, puntando principalmente su due settori: quello dell'abito da lavoro professionale e quello dell'abbigliamento sportivo scolastico.

Ma grazie ai grandi sforzi dei soci e dei lavoratori in forza, questa scelta produttiva è risultata vincente, portando la cooperativa a divenire punto di riferimento per le forniture di abbigliamento da lavoro e sportivo, anche fuori della nostra regione.

La ripresa ha consentito anche di poter dare valore ai principi dei soci fondatori, i fratelli Tramontana, e di consentire a lavoratori extracomunitari di inserirsi e professionalizzarsi.

Con il risultato che una lavoratrice polacca, entrata in cooperativa grazie a un corso di formazione che l'Euroconfezioni ha tenuto per l'Opera Nomadi, è tuttora in organico. E un migrante marocchino clandestino, prima appartenente al mondo degli "invisibili", è da 10 anni lavoratore della cooperativa, regolarmente registrato. Questo ha consentito a Said El Mostafa di avere nei fratelli Tramontana un riferimento non solo professionale, ma anche affettivo, di ottenere il permesso di soggiorno definitivo nel 2004, di avere un'abitazione civile e una serenità che tanti suoi connazionali ancora non hanno.

La cooperativa Euroconfezioni è entrata a far parte dell'Area territoriale dello Stretto, e grazie a questo è riuscita a sopravvivere alla crisi del settore mediante finanziamenti per il 70% a fondo perduto.

Visto il risultato ottenuto e la continua richiesta di forniture, si è deciso di cogliere l'occasione per formare nuovo personale da inserire in cooperativa, mediante la presentazione, nel 2007, di due progetti finanziati con fondi POR-FSE 2000-2006 - Misura 3.2 e 3.13, che hanno consentito l'avvio di due corsi di formazione per 10 disoccupati di breve periodo (8 uomini e 10 donne per la Mis. 3.2) e 18 donne per la Mis. 3.13. La formazione è finalizzata per il 100% dei formandi all'assunzione a tempo indeterminato.

Ma anche questa volta un sogno si è interrotto.

La notte tra il 24 e il 25 dicembre, un corto circuito ha bruciato l'intera azienda, distruggendo totalmente tutto ciò che c'era: macchine da cucire, attrezzature, modelli, accessori, tessuti, danneggiando gravemente le opere murarie e distruggendo gli impianti elettrici, idraulici e di condizionamento.

I danni stimati approssimativamente ammontano a circa € 100.000 per i danni ai locali, € 370.000 per le macchine e le attrezzature, a oltre € 500.000 per la modellistica, che è un patrimonio che la cooperativa ha accumulato a fatica in circa 20 anni di lavoro.

La cooperativa non ha mai potuto assicurarsi a causa delle risposte negative da parte delle compagnie assicurative interpellate, imputando questa negazione alle impossibilità di accesso da parte dei soccorsi, poiché la strada di accesso di proprietà comunale è talmente stretta da permettere l'accesso soltanto a un'autovettura.

A seguito dell'incendio, c'è stata una gara di solidarietà tra i vicini e i conoscenti, che hanno offerto lavoro e materiali per ripristinare i locali. Alcune realtà politiche stanno promuovendo azioni di solidarietà nei confronti dei lavoratori, con raccolta di fondi destinati al sostegno, in attesa della ripresa produttiva.

Il percorso non sarà facile, visto che non ci sono le risorse economiche per sostenere il ripristino dell'attività, ma è necessario che questa esperienza, che ha un valore non solo produttivo ma anche politico, possa andare avanti.

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Euroconfezioni | solidarietà