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Agosto
13
2012

Ciao Dario. Noi ricordiamo… noi non dimentichiamo

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

Ci associamo al dolore delle compagne e dei compagni di Africalabria e di Equosud, e soprattutto della ex-Snia di Roma, per la scomparsa di Dario: neanche noi lo dimenticheremo...

Non tutti conoscevano Dario, tra i compagni e le compagne di Africalabria ed EquoSud. Alcuni l’avevano visto nel marzo del 2011… era sceso insieme ad altre compagne e compagni da Roma… c’erano insieme a loro Ibrahim e Mammassaliu… c’era in quel periodo nella piana di Gioia Tauro il gruppo di lavoro di via Campesina sullo sfruttamento dei braccianti immigrati nell’agricoltura europea… chi l’ha conosciuto in quei giorni se lo ricorda bene. Si erano fatti incontri, assemblee, feste… la prima sera che sono arrivati da Roma, siamo andati alla Pomona, ancora oggi il posto peggiore, quello più congestionato e dove si vive peggio…

Quella sera arrivammo un po’ tardi, portando la luce i tavoli e il mangiare… faceva freddo e loro all’inizio ci guardavano dalle finestre e dai buchi nel muro… dopo un quarto d’ora eravamo tutti insieme a chiacchierare mangiando e bevendo… di quella serata ci ricordiamo soprattutto tanti sorrisi spontanei di gente che s’incontrava per la prima volta e col calore della solidarietà aveva vinto in dieci minuti il freddo e la fatica… altri se lo ricordano il giorno dopo intervenire all’assemblea davanti ad associazioni, contadini e braccianti… esponeva una piattaforma che coniugasse la difesa dell’agricoltura con i diritti dei lavoratori migranti… ché il made in Italy merita di essere difeso solo quando non è macchiato del sangue dei braccianti. Si domandava allora Dario come mai nessuno ha pensato che nei disciplinari per l’attribuzione dei marchi DOC, DOP, IGP… garanzie dell’eccellenza italiana, non ci fossero dei criteri di sostenibilità sociale, delle condizionalità in questo senso che prevedessero il decadimento del marchio qualora un’azienda fosse colta a violare i diritti dei lavoratori. Questa era la prospettiva che ci univa e non veniva da astratte costruzioni politiciste ma da una pratica di base come quella che un anno prima, dopo la rivolta, aveva dato vita, soprattutto al centro sociale Ex-Snia di Roma, all’assemblea dei lavoratori africani di Rosarno a Roma. Compagne e compagni tra Roma e la piana da quel momento in poi si sono trovati insieme in un cammino che ha aperto orizzonti nuovi e costruito legami forti. Alcune e alcuni di noi Dario se lo ricordano da allora. Si ricordano con quanta energia Dario ha battuto questo sentiero aspro, sospingendo avanti anche noi, africani e non, senza badare alla zoppìa che una malattia gli cagionava…

Quello che tutte e tutti non possiamo scordare è quanto dobbiamo a lui ciò che nella piana di Gioia Tauro è nato in virtù di questa relazione, di questo legame, di quest’abbraccio… lo stimolo, il sostegno e l’affetto hanno da allora sospinto dalla piana verso tutta l’Italia un progetto come SOS Rosarno, di cui per la prima volta parlammo proprio a Roma, a un anno dalla rivolta, a una riunione in cui Dario era non solo presente, ma determinante, lucido, puntiglioso, ruvido quanto entusiasta… e insieme ad altri ci proponeva questo tentativo per sviluppare in altre forme quella lotta che ci aveva unito.

Si chiamava Dario Simonetti e doveva fare 33 anni. Noi ce lo ricordiamo bene. Abbracciamo  Francesca, Nadia, Natascia, Flavia, Enrico, i compagni e le compagne suoi, soprattutto quelle e quelli che nel centro sociale occupato Ex-Snia Viscosa avevano visto negli ultimi anni esplodere la sua forza vitale in un fuoco di energia militante che sembrava inesauribile… a noi tutte e tutti il compito di tenerlo acceso.

Ciao Dario!

Africalabria, donne e uomini senza frontiere, per la fraternità
Equosud