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Novembre
13
2015

Si chiude il processo Nisticó ma quello che ci lascia è solo amarezza

Scritto da c.s.o.a. Angelina Cartella

Si è finalmente chiusa  dopo quasi sei anni la battaglia processuale che doveva fare luce sulla morte di Franco Nisticò, colto da un malore e poi deceduto il 19 dicembre 2009 dopo un accorato e intenso intervento tenuto a Villa San Giovanni,  sul palco conclusivo della manifestazione indetta contro il bluff della prima pietra del ponte sullo Stretto. Una battaglia utile per stabilire se quella vita - la vita di un lottatore sempre impegnato a difendere questa terra - si sarebbe potuta salvare.

Martedì quindi questo lungo processo si è concluso, ponendo fine al calvario dei familiari di Franco a cui va tutto il nostro affetto e la nostra sincera vicinanza, ma con una sentenza per noi scontata, che condanna per negligenza  quel medico del  118 che nonostante le diverse chiamate ricevute, non intervenne a soccorrere il nostro compagno in fin di vita, ma che trascura nello stesso tempo  responsabilità più gravi coprendone i colpevoli.

Lo abbiamo detto allora, lo abbiamo ripetuto in questi anni e lo ribadiamo adesso: Franco è morto per colpa di chi ha voluto militarizzare Villa San Giovanni con uno schieramento impressionante di uomini e mezzi, al fine di intimidire il movimento No Ponte e allontanarne le simpatie della gente sbandierando il pericolo “black block”. Un modo arrogante e spudorato per difendere non la città di Villa San Giovanni, che niente ha avuto e mai avrà  da temere da un movimento che questa terra la vuole difendere, ma quelle consorterie del cemento che invece sono pronte a devastare l’area dello Stretto, e che oggi tornano alla carica con il loro alfiere, il Ministro Alfano.

Altro colpevole impunito di quella morte è il sistema sanitario, un elefante vorace di denaro, incapace di garantire servizi basilari, tanto distante dai bisogni quanto intriso di clientele e frodi. E mentre a distanza di 6 anni a Villa San Giovanni - centro di snodo del traffico continentale ed in un’area ad alto rischio per il transito marittimo e portuale - ancora manca un presidio sanitario di prevenzione e pronto intervento, si procede al taglio di quelle strutture ospedaliere che ancora qualche servizio riescono ad erogare, in nome dell’efficienza e del risparmio, o meglio in nome dei maggiori introiti per la sanità privata.

Noi quel 19 dicembre del 2009 eravamo in piazza, eravamo in prima fila in quella eccezionale giornata di mobilitazione, funestata da quella tragica morte. Oggi rivolgiamo un invito a tutte quelle realtà che insieme a noi hanno contribuito alla realizzazione di quella giornata, e più in generale alla mobilitazione contro il Ponte, a incontrarci per ribadire al Comune di Villa San Giovanni la richiesta dell’intitolazione della Piazza di Cannitello a Franco Nisticò, per non dimenticare quei fatti e per non dimenticare un uomo morto per difendere il territorio calabrese.

c.s.o.a. Angelina Cartella
c.s.c. Nuvola Rossa
Collettivo UniRC