Ancora sul canile di Mortara, sul nostro comunicato riguardo al presidio di oggi e su Casapound
Riguardo ad alcune polemiche scaturite in seguito alla nostra decisione di partecipare al presidio indetto per evidenziare l’emergenza al canile di Mortara, sentiamo la necessità di rimarcare alcune questioni.
Per prima cosa, a seguito della ventilata querela per diffamazione nei nostri confronti da parte dell’Asp veterinaria reggina, ribadiamo punto per punto quelle che sono le nostre recriminazioni, frutto dell’esperienza diretta sia nella gestione della nostra colonia felina sia per quello che abbiamo potuto avere modo di vedere al canile. Sentiamo però l’esigenza di chiarire un passaggio che, per questioni di forma e non per nostra volontà, ha generato confusione tra la gestione del canile, affidata ad Aratea, e quella dell’accalappiamento, affidata ad Amici per sempre: sono due gestioni e due servizi diversi e separati, e la nostra richiesta di interruzione del servizio di accalappiamento è legata solo alla successiva consegna al canile sanitario di Mortara.
La seconda cosa riguarda una presunta, quanto fantasiosa, comunanza di idee con Casapound, accreditata dai più come il soggetto promotore dell’iniziativa odierna. Abbiamo seguito dall’inizio il nascere di questa manifestazione, nata all’interno dei social e dei vari gruppi di volontari e alimentata dall’indignazione scatenata dalla diffusione di foto di cani palesemente in gravi difficoltà igieniche e di salute. Molti di questi volontari, singoli o organizzati in associazione, abbiamo avuto modo di incontrarli in questi anni già dai tempi del Coordinamento Reggino per i Randagi, apprezzandone l’impegno nella difesa degli animali, spesso profuso al costo di grandi sacrifici, economici e personali. Sono stati loro che hanno rappresentato per noi il cuore e l’anima dell’iniziativa odierna, ed è a loro, e solo a loro, a cui abbiamo rivolto il nostro messaggio e a cui ribadiamo l’invito a batterci insieme per una gestione pubblica e partecipata del canile di Mortara.
Poi c’è Casapound che ha saputo opportunisticamente ritagliarsi un grosso spazio in questa iniziativa, spacciandosi per organizzazione democratica, umanitaria e animalista, come d’altronde pratica loro ormai consolidata e rodata. Ci sembra quasi superfluo rimarcare che noi con i fascisti, vecchi e nuovi, non abbiamo alcuna cosa da spartire, e al puntare il dito su di loro in quanto fascisti – tanto sono i primi a dichiararsi tali – e girare le spalle a una vertenza che riteniamo comunque giusta, abbiamo preferito stare con quei volontari che reputiamo onesti e disinteressati, e con chi ha sostenuto questa mobilitazione mettendo al centro i cani, non i bandi, non le gestioni, non le associazioni. Dopo tanti anni di impegno ci sembrava inutile ribadire che nella società che sogniamo non c’è spazio per alcuna forma di fascismo, e che con organizzazioni neofasciste non esiste possibilità di dialogo ma, o per scarsa conoscenza della situazione o per volontà di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, si è voluta dare una lettura che non sta né in cielo né in terra. La responsabilità di quello che facciamo e di quello che scriviamo ce la siamo sempre assunta e, con chi ha manifestato dubbi rispetto la nostra condotta, siamo sempre pronti a chiarire lo spirito delle nostre decisioni.
c.s.o.a. A. Cartella
Colonia Felina “Le Micille”
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