La mafia è una montagna di Ministri!
Sul set mediatico del Consiglio dei Ministri non sono previsti fuori campo. Unica inquadratura dichiarata buona è quella di Piazza Italia, Reggio Calabria, dove uno striscione di benvenuto ha salutato questa mattina la visita del premier Berlusconi. Davanti alla Prefettura di una città logorata dalla ‘ndrangheta, dalla disoccupazione e dalla povertà, in una regione piegata alle decisioni del governo centrale che impone inutili e dannose mega opere ad un territorio che chiede invece interventi urgenti e risposte chiare, c’erano i cittadini contenti.
Gli scontenti invece, oltre duecento tra operai, studenti, precari della scuola, sindacati, partiti, associazioni, no pontisti, relegati alle spalle della piazza, sul lungomare reggino, bloccati alle 9.30 da una transenna umana di poliziotti in tenuta antisommossa, circondati da camionette, blindati ed elicotteri. I cittadini contenti sventolano azzurre bandiere del PdL sotto lo sguardo della stampa locale e nazionale, quelli scontenti hanno steso striscioni e gridato cori sotto le finestre sul retro del palazzo della Prefettura.
Quando gli autobus di linea caricati a Ministri gli passano davanti c’è chi giura che La Russa li abbia calorosamente salutati con un terzo dito alzato, che la Meloni non credeva ai suoi occhi, e che Maroni abbia compreso lo slogan “Mafiosi, massoni, grandissimi ladroni” solo dopo aver sorriso con affetto benedicendo i presidianti dal finestrino.
Nonostante la comunicazione inoltrata nei termini di legge alla questura di Reggio Calabria dagli organizzatori del presidio, in cui chiedevano di essere presenti a Piazza Italia, la polizia nega loro di oltrepassare il limite del marciapiede del lungomare Matteotti, fino a che i manifestanti intorno alle 12 decidono di avviarsi sul corso Garibaldi in corteo con in testa lo striscione No Ponte, bloccando il traffico della via marina della città.
La polizia scorta i manifestanti fino all’ingresso del corso, lasciandoli arrivare poi davanti alla cattedrale e facendoli nuovamente scendere verso la via marina alta dove il corteo raggiunge il presidio dietro la Prefettura: i lavoratori dell’area industriale e del porto di Gioia Tauro, i precari della scuola, i sindacati confederali e autonomi, la Rete No Ponte, il Gruppo Zero, il centro sociale Cartella, CombAttivaMente – Amici di Beppe Grillo erano ancora là ma pochissimi media se ne sono voluti accorgere.
Nel pomeriggio però, è stata data un’altra chance alla stampa, e anche ai cittadini scontenti: l’occasione è stata l’inaugurazione del Centro di Gestione del sistema idrico nel quartiere di Eremo Condera, dove il sindaco di Reggio Giuseppe Scopelliti e il presidente Berlusconi sono stati calorosamente accolti da un gruppo di manifestanti che sventolavano uno striscione con il numero di tessera della P2 del premier.
É stato allora che i giornalisti hanno scoperto l’altra faccia del grande evento, premuti dietro le porte finestre dell’acquedotto per oltre 20 minuti, nell’attesa che il sit in si sciogliesse per impedire, come ha detto loro la polizia, problemi di sicurezza e ordine pubblico.
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